Cari colleghi e futuri architetti,
oggi vorrei trasmettervi la mia esperienza in merito
all’esame di Stato per l’abilitazione di ARCHITETTO, alla sede di Roma.
Innanzi tutto mi sento di precisare che la mia testimonianza
è riferita, nello specifico, alla II Commissione che ha come presidente il
Prof. Imbrighi; quindi qualora anche il vostro cognome inizi con una delle
lettere afferenti l’intervallo alfabetico M-Z, potreste imbattervi nelle mie
stesse problematiche e rivivere analoghe dinamiche.
Ad esser sincera io mi sono iscritta all’esame alla sede di
Roma, senza potermi preventivamente informare sulla commissione che mi avrebbe
giudicato, questo perché, come potrete bene immaginare, avendo sostenuto
l’esame nella sessione di giugno, al momento dell’iscrizione, non essendo stati
ufficializzati ancora i componenti delle due commissioni, non se ne potevano
prevedere metro di giudizio o metodologie progettuali. Tuttavia sono lieta di
annunciarvi che io, come altri, ce l’abbiamo fatta! E… ho buone ragioni per
credere che voi, con una consistente preparazione e qualche suggerimento farete
lo stesso, con il vantaggio però di sapere già da ora, più o meno, cosa e chi vi aspetta.
E’ tempo ora di scendere nei dettagli, visto che come posso
ben immaginare, nessuno di voi ha voglia di perder tempo a legger cose poco
concrete… il tempo è tiranno e so bene che staccarvi dai libri, fogli, squadre,
matite e pennini per carpire notizie qua e là su quello che vi aspetta vi sia
costato molto, quindi andiamo direttamente al dunque:
come saprete l’esame si sostiene in tre giorni, durante i
quali si è chiamati a svolgere e superare ben quattro prove: nel corso della
prima giornata, oserei dire la più impegnativa in termini di durata e
concentrazione, si svolge la prova pratica che consiste in due fasi, una
strettamente progettuale da svolgere in 6 ore e una illustrativa/tecnica. Il
giorno dopo, si sostiene la terza prova, ossia il tema. Se si superano tutte e
tre le prove che vi ho appena descritto, si è chiamati qualche tempo dopo, a
sostenere l’ultima, il tanto agognato orale.
Andando per ordine e parlando quindi della prova pratica, vi
posso dire che la mia commissione, purtroppo, non ha proposto alcun tema
residenziale e ha chiesto la progettazione di una biblioteca (in cui mi sono
cimentata io), di un mercato sotterraneo e di un edificio per uffici. Tengo a
precisare che i titoli esatti dei vari temi li potete trovare sul sito ufficiale
dell’Esame di Stato. Diciamo che questo fatto ci ha un po’ spiazzati perché un
residenziale, in genere, ce lo aspettavamo un po’ tutti però è da riconoscere
che le tracce in fin dei conti, anche se impegnative, erano a mio avviso
fattibili. Vi sarà utile inoltre sapere che a Roma non sono ammessi altri fogli
se non un cartoncino formato 50x70 distribuito e siglato dalla commissione e
altri fogli bianchi A4 per eventuali schizzi progettuali o calcoli. Ricordatevi
di organizzarvi il tempo molto rigorosamente poiché è fondamentale finire il
tema e fare tutto quello che è richiesto dalla traccia. Non sottovalutate la
seconda fase, ossia quella della relazione tecnica di progetto e dei calcoli
strutturali, dedicategli almeno un’ora abbondante: la mia commissione ci ha
chiesto anche di indicare le voci del computo metrico e le relative lavorazioni,
richiesta non molto usuale, lo so… Come vi ho anticipato, il giorno dopo sarete
chiamati a sostenere la terza prova, il tema, ma secondo il mio modesto parere,
se si conosce l’argomento, si ha molto tempo a disposizione, mi sembra di
ricordare si abbiano almeno 5 ore. La II Commissione ci ha sottoposto tre
tracce, una prima sulla deontologia dell’architetto, una seconda relativa ai
crediti formativi e una terza che ci invitava a parlare di un architetto
contemporaneo che ha operato a Roma. In quest’ultima inoltre, erano richiesti
schizzi progettuali dell’opera descritta. Anche di questa prova, troverete i
titoli completi sul sito ufficiale. Sull’ultima prova, quella relativa
all’orale, vi suggerisco di ripensare e fare considerazioni più approfondite
sulle vostre prove precedenti perché ho potuto constatare che il più delle
volte è il punto da cui si parte. Non mi sento di dare consigli più specifici
perché penso che si tratti di una prova davvero particolare e imprevedibile dove
componenti come fortuna, studio e competenze specifiche entrano in gioco in
egual misura, ancor più che nelle prove precedenti. Però una cosa è certa: una
volta arrivati all’orale si può dire di avere l’abilitazione quasi in pugno, ma
occhio: come si è ad un passo da essa, si può essere anche ad un passo dal
vanificare tutti gli sforzi fatti, quindi… farete bene a non sottovalutarla!
L’ultima cosa che voglio dirvi è che, quando vi
comunicheranno la data dell’orale, sarà la stessa in cui potrete diventare
ufficialmente architetti poiché a differenza delle altre prove, il suo esito è
comunicato dopo solo qualche ora e se sarà positivo… proverete davvero e finalmente,
la liberatoria sensazione di avere l’ABILITAZIONE in pugno!
In bocca al lupo ragazzi!
P.S. per
qualsiasi curiosità, condivisone di stress, ansia pre-esame… scrivetemi!

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